Ottant'anni fa, il 29 aprile 1945, le ultime truppe delle SS lasciarono il campo tedesco di Ravensbrück, il più grande campo di concentramento nazista per donne. Tra le detenute c'era Suzanne Bouvard, una giovane donna originaria della Bretagna. Durante la deportazione, strinse amicizia con Simone Séailles, una resistente parigina. Nella vita e nella morte, le due donne legarono i loro destini. Dopo la guerra, Suzanne decise di ricostruirsi una vita piantando frutteti. Radicarsi nella terra fu il suo modo di guarire e dimenticare l'inferno dei campi.

Eighty years ago, on April 29, 1945, the last SS troops abandoned the German camp of Ravensbrück, the largest Nazi concentration camp for women. Among the prisoners was Suzanne Bouvard, a young woman from Brittany. During her deportation, she formed a close friendship with Simone Séailles, a Parisian resistance fighter. In life and in death, the two women bound their destinies together. After the war, Suzanne chose to rebuild her life by planting orchards. Rooting herself in the land became her way of healing and leaving behind the hell of the camps.